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Caso Cucchi, la sentenza: sono colpevoli i carabinieri imputati nel processo per la morte di Stefano

Dieci lunghi anni sono passati dalla morte di Stefano Cucchi ma oggi, finalmente si arriva alla sentenza sul Caso Cucchi, uno dei casi giudiziari che ha segnato la storia italiana di questi ultimi anni. Un processo le cui implicazioni andavano molto al di là del semplice riconoscimento delle responsabilità e della tragedia di una famiglia, e andavano a toccare i gangli più intimi, le fondamenta su cui si basa un sistema democratico.

La sentenza sul caso Cucchi è arrivata dopo dieci anni e otto lunghe ore di camera di consiglio e ha stabilito che i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro sono condannati a 12 anni e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per omicidio preterintenzionale, responsabili di un pestaggio che ha portato alla morte un cittadino italiano in loro custodia.

Condannato per falso, a 3 anni e 8 mesi, il maresciallo Mandolini, loro superiore e responsabile al momento dell’arresto di Stefano Cucchi, e che li avrebbe aiutati a nascondere quello che veramente era accaduto al giovane fermato il 15 ottobre del 2009, e morto all’ospedale Pertini qualche giorno dopo.

Stessa condanna, per falso, anche per Francesco Tedesco, il carabiniere accusato anch’esso del pestaggio, e diventato nel corso del processo poi testimone d’accusa, condannato a 2 anni e sei mesi.

Il commento a caldo di Ilaria Cucchi, la sorella guerriera che si è assunta sulle sue spalle tutto il peso di questa battaglia titanica non solo per la sua famiglia ma per la credibilità stessa delle istituzioni italiane agli occhi dei cittadini è: “Oggi ho mantenuto a Stefano la promessa che feci dieci anni fa: ‘Ti giuro che non finisce qua’[…] Oggi giustizia è stata fatta e Stefano, forse, potrà riposare in pace”

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