In questo lungo weekend di Carnevale, che vede ritornare mascherine nelle piazze e coriandoli per le strade dopo le lunghe chiusure causate dal Covid, vi proponiamo di immergervi in un breve excursus storico alla scoperta di storie e curiosità di questa festa così antica e piena di simboli.
Il fascino di questa festa non é veicolato solo dal costume (anche se questo ne rappresenta l’attrattiva maggiore), molti sono gli aspetti che nei secoli hanno catturato l’attenzione e l’immaginazione della gente e che hanno reso il Carnevale una delle feste più popolari in Italia e non solo.
Le origini di una festa antica amata da adulti e bambini
Di origini un pò nebulose, sembrerebbe proprio che i festeggiamenti del Carnevale abbiano avuto il loro natale a Roma. L’origine del nome della festa ricondurrebbe all’espressione“carnem levare”, in onore del ricco banchetto a base di carne che si usava allestire nell’ ultimo giorno del Carnevale. L’ultima data di bagordi prima dei quaranta giorni di quaresima, ovvero quaranta giorni di astensione da questo alimento in previsione della Pasqua.
Anche se il periodo festivo é di indiscussa ispirazione cattolica, i dissoluti omaggi che divennero popolari sin dall’epoca medioevale al signor Carnevale,e a base di cibo, vino e lascivi passatempi, non rieportano certo alla decantata morale cristiana. Anzi, il Carnevale ha assunto via via il significato di un periodo in cui le leggi della morale venivano sospese. E praticamente tutto, durante i festeggiamenti diveniva per quel breve lasso di tempo lecito. E infatti nei secoli la Chiesa condannò questi comportamenti diffusi più e più volte. Ma la festa, forse proprio per quel suo accento di trasgressione, è diventata sempre più amata, popolare e partecipata.
Come si sa, al cristianesimo dei primi secoli va riconosciuto il merito di aver assorbito tradizioni antiche romane e pagane. Lo scioglimento temporaneo dai vincoli sociali, morali e dalle gerarchie trova le sue radici proprio nell’antichità. In particolare, possiamo farlo risalire alle greche celebrazioni dionisiache e ai romani Saturnali. Erano celebrazioni, come sempre, legate alle stagioni e ai riti propiziatori sui futuri racconlti. In queste occasioni, gli schiavi e i padroni invertivano i loro ruoli in un tempo sospeso che metteva in scena un’impossibile utopia.
L’abitudine alla rappresentazione simbolica di carri e di mascheramenti è anch’essa un retaggio millenario. Gli spettacoli che oggi vediamo durante il Carnevale a Venezia, a Viareggio, a Roma, in Brasile, solo per citare i carnevali più famosi, lo si ritrova già addirittura nei sumeri e negli egizi. E’ proprio dagli egizi, come ci spiega Lucio Apuleio nel libro XI delle Metamorfosi, ed in particolare dal culto egizio alla dea Iside, che si celebrava con la presenza di gruppi in simbolici travestimenti, che i romani ereditarono l’abitudine di indossare maschere.
Il Carnevale romano: una grande festa popolare
Questa tradizione folkloristica romana nata nel medioevo vede il suo massimo splendore celebrativo nel Rinascimento. La Chiesa ha scandito il ritmo della vita del popolo fin dalle sue origini. Anche in questa circostanza quindi era un editto papale a dare il via alla celebrazione del carnevale.
I festeggiamenti assunsero negli anni caratteristiche tipiche. A Roma si attendeva la tradizionale Corsa dei Berberi (cavalli con una muscolatura rimarcata), che apriva gli otto giorni di festa. Altro momento clou era la Corsa dei Moccoletti. Lo scopo era correre con un lumino in mano tentando di spegnere quello del vicino sancendone l’eliminazione dal gioco. Queste manifestazioni si interruppero nel 1874 a seguito di un incidente mortale causato dai cavalli in corsa. Solo negli ultimi anni (dal 2009) il Comune di Roma ha riportato in auge queste tradizionali manifestazioni. E chissà che, dopo il lungo stop dovuto all’emrgenza covid non si rimetta in pista qualche progetto in questo senso.
Nonostante le caratteristiche territoriali, il fascino maggiore del Carnevale è sempre stato soprattutto quello di celarsi dietro vesti insolite che rendono il nobile, l’artigiano e il povero tutti uguali.
Personaggi del fantasioso mondo dei cartoni animati, animali, cow boy, soldati, damime e fatine sono i costumi più ambiti dei nostri moderni bambini. Arlecchino, Colombina e Pulcinella ormai si incontrano quasi unicamente nei libri di scuola. Da oltreoceno (Usa) arriva una nuova tendenza: mascherare i domestici pelosi a quattro zampe. Quindi mamme, se dopo aver acquistato i costosi costumi carnevaleschi per i vostri piccoli, magari un simpatico naso o una parrucca per voi, non volete lasciare indietro nessuno della famiglia, mascherate anche il vostro cane o, perché no, il vostro gatto!
Francesca Guglielmi