La proposta di fare il sindaco di Roma? “Sì sì, è una cosa successa davvero. Era qualche anno fa, non dico quando e chi, si presentarono portando pure dei sondaggi. Ed erano sondaggi assurdi: stavo vicino al 70%! Ci ho messo dieci minuti per declinare, ho detto: ‘Nella vita si può fare un lavoro solo, il mio lavoro è fare film’”.
Carlo Verdone sindaco di Roma con un’elezione plebiscitaria. Un’ipotesi che troviamo in fiction ma che è accaduta realmente all’attore. Un pò come tutto il resto di ‘Vita da Carlo’, la prima serie firmata da Verdone, prodotta da Amazon Original e presentata in anteprima durante la Festa del Cinema di Roma.
Una serie in bilico tra realtà e finzione con un cast nutrito di attori che affiancano il protagonista autore nei ruoli di moglie, figli, amici, conoscenti vari (Max Tortora, Anita Caprioli, Monica Guerritore, Antonio Bannò, Caterina De Angelis, Filippo Contri e numerose guest star).
Carlo Verdone racconta Vita da Carlo
Carlo Verdone racconta così Vita da Carlo, rispondendo a domande e curiosità.
Come è nata l’idea della serie? Che sfida è stata passare dal cinema alla serialità?
Devo ringraziare il mio sceneggiatore Pasquale Plastino che mi ha dato la spinta per accettare. Io ero molto incerto, alla fine ho capito che era un’opportunità nuova, era intrigante percorrere un sentiero nuovo, in 44 anni di lavoro. Ho detto: proviamoci!
Più libertà, nei film devi condensare tutto in un’ora e mezza, invece qui è tutto dilatato. La scrittura è stata velocissima, incredibile. Eravamo molto in forma e molto motivati. Mi piaceva che ci fosse tanto della mia vita privata e questo ha fatto sì di recitare con più leggerezza, naturalità e serenità. Non volevamo che assomigliasse a nessuna serie italiana, e infatti abbiamo provato a mettere più dinamismo. E poi il cast è stato veramente perfetto. Credo sia stato il cast migliore della mia carriera, non ho fatto alcuna fatica a dirigerli, hanno fatto tutto da soli. Anche i più giovani. E’ stato molto gratificante.
Arrivato a questo punto della mia carriera, la più grande soddisfazione è di poter dirigere e indirizzare qualcuno nel migliore dei modi. Avere dei giovani accanto è fantastico è ricevere energie nuove, e in questo momento è una delle cose più amo del mio lavoro. E’ stato comunque un lavoro lungo, stremante, molto faticoso, ma quando l’ho visto ho detto: “Ne è valsa la pena!”
In ‘Vita da Carlo’ c’è un momento in cui le vengono a chiedere di fare il sindaco,ma nella realtà, qualcuno mai provato a dire ‘Fai il sindaco di Roma’?
Si, è un episodio vero. Successe qualche anno fa, sono venuti con dei sondaggi. Sondaggi assurdi, stavo vicino al 70%. E io ho detto: ‘Nella vita si può fare un lavoro solo, il mio lavoro è fare film. Non mi posso improvvisare’.
Di Roberto Gualtieri, nuovo sindaco di Roma cosa pensa?
Gualtieri non lo conosco, staremo a vedere. La cosa principale per un sindaco è circondarsi di una squadra molto determinata, forte e onesta. Se avrà la fortuna di trovare un gruppo di lavoro che sia capace di abbattere le barriere burocratiche che soffocano questa città. Vi faccio un esempio.
Dovevamo girare una scena al Gianicolo, c’era il monumento a Garibaldi chiuso dalle impalcature dei lavori e ho chiesto, quando sarebbe stato liberato così da capire quandi girare. Mi è stato risposto che il processo decisionale coinvolgeva tre sovrintendenze, una dice va bene, un’altra indecisa, un’altra dice no. Stiamo parlando della risistemazione di un fulmine caduto 6 anni fa su un blocco di marmo che va semplicemente accostato. Questa città è bloccata dalla burocrazia. Poi certo, c’è tanto da fare sulla manutenzione e poi i trasporti, le periferie, attività ricreative, dare vita e dignità anche estetica ai quartieri più messi male. Vedremo.
Oggi Vita da Carlo, ieri abbiamo visto la serie Sky di un altro regista del cinema italiano, Gabriele Muccino. E’ un segnale che c’è un’evoluzione, un passaggio da cinema a serie tv?
Noi speriamo tutti nella piena ripresa del cinema, io ho già un’idea per un film, però siamo anche pronti, se dovesse andare bene, ad andare avanti sulla strada della serie. C’è stata la pandemia, ma noi avevamo deciso di farla molto prima del Covid. Era la voglia di fare qualcosa di nuovo. In questo momento il pubblico segue molto le serie, ma tutti ci auguriamo che la sala riprenda terreno e la situazione migliori il più presto possibile.
Che consigli dai ai giovani che vogliono diventare registi?
Createvi un gruppo di amici che condividono la passione del cinema. Cominciate ad autoprodurvi dei corti e con il fare assistenti volontari sui set. Bisogna, con umiltà fare anche volontariato sul set. Sorrentino ha iniziato a fare il custode delle pizze, poi il segretario di produzione, sono comunque occasioni per imparare, rubare con gli occhi e mettere un piede in questo mondo. E’ fondamentale anche creare sinergie con persone che abbiano la stessa voglia. Fare qualcosa e farla vedere il più possibile in giro. Ci sarà sempre qualcuno sul set con un occhio attento per chi è meritevole.