Il tema delle opere è lo stesso, ed è quello di una delle figure femminili più forti del Vecchio Testamento: Giuditta.
A confrontarsi su questo tema sono, virtualmente, Caravaggio e Artemisia Gentileschi, in una mostra che apre a Palazzo Barberini di Roma. Le Gallerie di arte antica di Roma quindi, con questa nuova mostra, continuano a dare luce e a riscoprire l’opera di artiste donne. Dopo l’esposizione dedicata a Plautilla Bricci in corso alla Galleria Corsini, nella sede di Palazzo Barberini propongono ora al pubblico romano una mostra che porta nella capitale uno dei più grandi capolavori di Artemisia Gentileschi, chiamata ad un confronto con un altro gigante della storia dell’arte.
Stiamo parlando di due dei più importanti e amati pittori del ‘600, ma anche due tra gli artisti con le biografie più turbolente e, a tratti, controverse.
La mostra che li mette uno davanti all’altro è “Caravaggio e Artemisia, la sfida di Giuditta”.
Giganti dell’arte a confronto sul tema di Giuditta
L’esposizione di Palazzo Barberini vuole celebrare il ritrovamento del quadro di Caravaggio e per far questo esplora il soggetto di Giuditta, con tutta la sua carica di seduzione e violenza nei contemporanei dell’artista bergamasco che, alla sua tela, si sono ispirati.
Ecco allora che in quella temperie artistica, non può mancare colei che meglio ha saputo calarsi nei panni dell’eroina biblica, ovvero Artemisia Gentileschi.
Tutto parte dalla Giuditta che decapita Oloferne di Caravaggio, ‘ritrovata’ giusto 70 anni fa. Nel 1951, dopo aver visitato la prima mostra dedicata a Caravaggio e ai caravaggeschi, a Palazzo Reale a Milano da , il restauratore Pico Cellini ricordò che da ragazzo aveva visto in un palazzo romano una tela raffigurante Giuditta che decapita Oloferne attribuita ad Orazio Gentileschi, ricollegandola ora allo stile di Caravaggio. Ci vollero 20 anni perchè, nel 1971, l’opera, datata 1639, entrasse a far parte del patrimonio delle Gallerie Nazionali di Arte Antica.
La mostra di Palazzo Barberini parte dunque da questo anniversario per esplorare tutto ciò che è insito nel tema di Giuditta, così come raccontato dai pittori in età barocca. A iniziare, come dice il sottotitolo della mostra, dai temi della violenza e della seduzione.

Caravaggio, Artemisia Gentileschi e Giuditta: la mostra a Roma
La tela Giuditta che decapita Oloferne di Caravaggio è il fulcro della seconda sezione della mostra che è appunto dedicata a Caravaggio e i suoi primi interpreti. Il quadro ha l’incisività e la potenza di tutte le opere caravaggesche e anche la violenza e tragicità. Ecco che l’episodio di Giuditta viene narrato dalle pennellate dell’artista bergamasco per quello che, in effetti, è: un vero e proprio omicidio mediante decapitazione. Niente di questo momento è edulcorato solo per il fatto che si tratta di un episodio religioso. Ed è questo il più grosso segno di rottura con la tradizione e il motivo per il quale Caravaggio fece scuola.
La veemenza del delitto, che stride con l’assorta e sensuale bellezza di Giuditta, sarà motivo di ispirazione e reinterpretazione dell’episodio biblico. Insieme al quadro di Caravaggio si potranno ammirare quelli di Trophime Bigot, Valentin de Boulogne, Louis Finson, Bartolomeo Mendozzi, Giuseppe Vermiglio e Filippo Vitale.
Ci volle però una donna per calarsi completamente nei panni dell’eroina biblica. La massima interprete del soggetto è stata, senza dubbio, Artemisia Gentileschi, cui è intitolata la terza sezione Artemisia Gentileschi e il teatro di Giuditta. Artemisia, insieme al padre Orazio, si cimentò più volte con il tema, comprendendone le potenzialità in relazione alla rappresentazione della figura femminile come donna forte, ed exemplum virtutis, ed il tema, grazie al suo lavoro, diventerà un genere richiestissimo nelle corti europee.
La Giuditta di Artemisia è un pò l’ospite d’onore della mostra, arrivata a Roma dal museo di Capodimonte per essere ammirata in tutta la sua potenza e in tutto il suo feroce splendore.
Sia Caravaggio che Artemisia Gentileschi hanno regalato a Giuditta il crudo realismo che serviva per raccontare tutte le conseguenze della sua scelta eroica, ma estrema e tragica.
Secondo il raconto biblico Giuditta infatti, consapevole del suo potere di attrazione nei confronti di Oloferne, che è il capo degli invasori, usa tutte le sue armi per attirarlo in una trappola e decapitarlo per liberare il suo popolo.
Violenza e seduzione, sangue e libertà, temi che i due grandi artisti conoscevano bene e che come pochi altri hanno saputo raccontare al pubblico.

INFORMAZIONI:
www.barberinicorsini.org | gan-aar.comunicazione@beniculturali.it
MOSTRA: Caravaggio e Artemisia: la sfida di Giuditta. Violenza e seduzione nella pittura tra Cinquecento e Seicento
CURATORE: Maria Cristina Terzaghi
SEDE: Roma, Palazzo Barberini, via delle Quattro Fontane, 13
APERTURA AL PUBBLICO: 26 novembre 2021 – 27 marzo 2022
ORARI: martedì – domenica 10.00 – 18.00. Ultimo ingresso alle ore 17.00.
Solo mostra: Intero 7 € – Ridotto 2 € (ragazzi dai 18 ai 25 anni).
Mostra e museo: Intero 15 € – Ridotto 4 € (ragazzi dai 18 ai 25 anni).
Solo museo: Intero 12 € – Ridotto 2 € (ragazzi dai 18 ai 25 anni).