C’è Valentina, artista super creativa che ha combattuto per strappare il suo corpo all’inferno dell’anoressia. C’è Valeria, che guarda verso l’obbiettivo con lo sguardo sicuro e il viso incorniciato dalla sua splendida chioma argentata. C’è Virginia, che mostra la sua alopecia con cui convive da quando aveva 14 anni. C’è Fabiana, bellissima con la sua pelle maculata dalla vitiligine. C’è Stella dalle accoglienti forme prorompenti. E ce ne sono tante altre.

Sono quasi 100 ormai le meravigliose donne arruolate dalla neonata agenzia Imperfetta Models.

Un’iniziativa nata per gridare al mondo il diritto all’imperfezione e per mostrare quanta infinita bellezza ci sia nella diversità. Soprattutto in un epoca in cui social, media e moda impongono a tutti un canone standardizzato e totalmente irrealistico, che rischia anche di mettere a disagio chi non è troppo sicura di sé.

Canoni, quelli standard dilaganti, di cui si inizia ad avvertire la stanchezza, insieme all’esigenza di tornare a una rappresentazione più realistica del magnifico e variegato universo femminle.

E’ per questo che nascono Imperfetta Project prima ed Imperfetta Models poi.

Imperfetta Project e Imperfetta Models

Imperfetta Project ed Imperfetta Models sono due progetti di cui si sentiva davvero il bisogno.

Iniziative che vogliono rivendicare il ‘diritto alla bellezza diversa’ e che, per farlo, non si limitano a parlare di diversità ma passano ai fatti.

Imperfetta Project è il ‘luogo’ dove tutto ha avuto inizio: una pagina instagram nata per celebrare la bellezza della diversità. Imperfetta Models è il progetto che ne è derivato, e che vuole far sì che la filosofia Imperfetta aiuti davvero a cambiare in meglio la nostra società.

Scopriamo come in questa intervista esclusiva con l’ideatrice della galassia Imperfetta: Carlotta Giancane.

Quando e come è iniziata l’avventura di Imperfetta?

L’idea è nata circa un anno fa. E’ stata una scommessa. Sono sempre stata molto appassionata di social media, anche se non mi espongo, seguo tantissimo i social. Non mi sono mai sentita rappresentata però dalle influencer da milioni di follower che mi capita di seguire. Sono tutte donne lontane anni luce da me. Cosa abbiamo in comune? Niente.

Questo vuol dire che su di me non hanno influenza, perché non mi ci rivedo. Partendo da questa riflessione ho pensato che anche moltissime altre donne e ragazze possano avere la mia stessa sensazione e quindi cheforse non è poi così vero che le influencer come le vediamo ora, perfette oltre il possibile, riescano davvero ad influenzare nel profondo il loro pubblico.

Quindi, un po’ per scommessa, ho deciso di aprire una pagina Instagram che ho chiamato “Imperfetta project”, proprio perché suonasse come provocazione per il concetto di perfezione. Perché, che cos’è la perfezione? Chi la definisce?

Come hai lavorato sul profilo di Imperfetta Project?

Ho iniziato a raccogliere e raccontare storie di donne comuni e imperfette. Perché la verità è che siamo tutte diverse e tutte imperfette, semplicemente perché la perfezione non esiste.

Ho iniziato a raccontare storie di donne che hanno fatto delle loro imperfezioni i loro punti di forza. C’era la ragazza con l’alopecia, quella con la vitiligine, quella che ha combattuto un cancro e quindi si ritrova con un corpo trasformato con cui fare i conti. Ad un certo punto mi sono resa conto che questa pagina aveva individuato proprio un’esigenza di tante donne che la seguivano.

Come lo hai capito?

Mi sono fermata dal pubblicare quest’estate perché volevo prendermi un periodo di ‘disintossicazione dai social’. In breve mi sono ritrovata piena di messaggi di donne che mi hanno scritto chiedendomi di continuare. Lì ho capito quanto esistesse una reale esigenza per molte donne di sentirsi rappresentate nel loro essere diverse.

Come è nata invece, la nuova iniziativa, Imperfetta Models?

Dopo un anno in cui abbiamo lamentato e sottolineato che nei social, nella moda, sui media manca una rappresentazione reale dell’universo femminile, mi sono chiesta cosa fare di concreto in proposito.

Così è nata l’idea di mettere su un’agenzia di moda di muse imperfette, per proporle alla moda, ai media ai brand. Un modo per urlare che ‘ci siamo anche noi!’. Il mondo non è fatto solo di donne taglia 38 bionde e con gli occhi azzurri o anche more, ma sempre tendenti alla perfezione.

Perché un’agenzia per modelle?

Volevamo urlare il nostro diritto alla bellezza, volevamo farci sentire da chi i modelli che ci vengono imposti li sceglie. Vogliamo far capire che siamo tutte imperfette e siamo tutte belle nella nostra imperfezione. Il concetto di bellezza è stato incatenato in standard sempre tutti uguali che sono quelli ci continuano a propinare sia la moda che i social. Noi vogliamo gridare il nostro diritto all’imperfezione e alla bellezza imperfetta.

Che riscontro avete avuto con l’iniziativa Imperfetta Models?

In un mese abbiamo arruolato quasi 100 muse imperfette e il casting è ancora aperto e continuano ad arrivare tantissimi profili.

Ci sono tante ragazze e donne che definiremmo comuni a livello estetico, ma che in realtà sono tutte, ognuna a suo modo, interessanti.

Abbiamo avuto anche dei feedback da alcuni fotografi che lavorano nella moda, e ci hanno detto che trovano le nostre muse imperfette interessanti, proprio perché andando oltre gli ‘standard’,  comunicano tantissimo.

Anche quando ci presentiamo ai brand e al mondo della moda registriamo subito molto interesse e addirittura entusiasmo.

Cosa accomuna le vostre muse imperfette?

Sono tutte donne che brillano perché hanno fatto delle difficoltà incontrate nella loro vita dei punti di forza, ed è soprattutto questo che vogliamo comunicare.

Sono una diversa dall’altra, ma la forte personalità e la passione per la creatività le unisce tutte.

Per questo vorremmo raccontare prima di tutto la personalità di queste donne. Vogliamo dimostrare che non sei bella solo perché porti una taglia 38, ma soprattutto perché riesci a raccontare il tuo talento, la tua essenza. Tutto questo è bellezza.

Non solo un messaggio, ma anche un’azione concreta di body positivity

Stiamo cercando di rompere gli schemi e pensiamo di aver individuato una nuova esigenza diffusa di reale apertura alle diversità, ma è qualcosa che non si può perseguire solo a parole.

Di body positivity si parla tanto, ma poi vedi sfilare in passerella o negli spot sempre le stesse ragazze.

Noi vogliamo veramente fare qualcosa. E non vogliamo che venga strumentalizzato il nostro messaggio, solo come una mossa di marketing. Con Imperfetta vogliamo davvero  essere incisive e contribuire a cambiare le cose.

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