Bellezza green: l’Italia mette al bando le microplastiche nei cosmetici. Dal 1 gennaio 2020 i prodotti di bellezza in Italia saranno più ecologici
L’Italia ha inaugurato il 2020 con una grande rivoluzione ambientale: l’addio alle microplastiche nei cosmetici, diventato legge in seguito all’entrata in vigore, il 1 gennaio, della Legge di Bilancio 2018 che ne prevede il divieto di commercializzazione.
Una svolta green che il Belpaese ha iniziato già lo scorso anno, quando si è aggiudicato il primo posto nella classifica mondiale dei Paesi ad aver disposto il divieto della produzione e della vendita dei cotton fioc con supporti in plastica, obbligando alla commercializzazione di bastoncini di cotone in materiale biodegradabile e compostabile.
Sono ormai tantissimi i prodotti venduti sul mercato che le contengono. Si tratta di piccole particelle di plastica che, seppur di piccole dimensioni che variano dai 330 micrometri ai 5 millimetri, sono altamente dannose non solo per l’ambiente e per gli animali, che scambiandole per cibo le ingeriscono, ma anche per gli esseri umani che se ne nutrono.
Come rilevato da uno studio condotto dall’Ispra, Associazione Ambientalista, il 15-20% delle specie marine che finiscono sulle nostre tavole conterrebbero microplastiche, costituendo un pericolo per chi le consuma.
Chissà quante volte ci sarà capitato, magari incosapevolmente, di acquistare prodotti o cibi contenenti queste microparticelle e non sapere della loro pericolosità. I danni più gravi si registrano soprattutto negli habitat marini ed acquatici e ciò avviene perché la plastica si discioglie impiegandoci diversi anni e fintanto che è in acqua può essere ingerita e accumulata nel corpo e nei tessuti di molti organismi.
Come possiamo quindi evitare di acquistarli? L’Associazione Ambientalista Marevivo suggerisce che un primo modo per capire cosa contenga ciò che stiamo andando ad acquistare è leggere l’etichetta sul prodotto. Una volta letti tutti gli ingredienti, però, quale dovrebbe essere la sostanza a far scattare in noi un campanello d’allarme?
L’Unep (United Nations Environmental Programme, il programma ambientale delle Nazioni Unite) ha stilato una lista degli ingredienti contenenti tracce di queste sostanze e che ci permettono di capire più facilmente se ci siano microplastiche oppure no. Eccone alcune di quelle maggiormente presenti nei prodotti di cosmesi: polyethylene (PE), polymethyl methacrylate (PMMA), nylon, polyethylene terephthalate (PET), polypropylene (PP).
Una situazione particolarmente preoccupante, quindi, quella segnalata dalle associazioni ambientaliste e dagli esperti ma che in Italia, a partire dal nuovo anno, è andata incontro ad un significativo cambio di rotta con l’entrata in vigore del divieto alle microplastiche nei prodotti cosmetici di risciaquo e in tanti altri come saponi, creme, gel e dentifrici. Uno stop previsto dalla legge di Bilancio 2018 con un emendamento a firma dell’allora Presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, e che ha rappresentato un risultato importante per il nostro Paese. Nel dettaglio, la legge prevede il divieto di “mettere in commercio prodotti cosmetici da risciaquo ad azione esfoliante o detergente contenenti microplastiche”.
Un piccolo passo in avanti, certamente, ma non sufficiente perché l’industria cosmetica utilizza microplastiche come agente esfoliante o additivo in diversi altri prodotti di uso quotidiano esclusi dall’emendamento come creme, saponi, gel, dentifrici e make-up. Tra le più note ci sono quelle dei solari, causa del disfacimento delle barriere coralline, quelle degli esfolianti che inquinano le falde acquifere, i glitter negli smalti, negli ombretti o tutti quei prodotti per la detersione, come gli struccanti, che finiscono negli scarichi.
C’è ancora tanto da fare, questo è certo, ed è proprio per questo motivo che è necessario continuare a lavorare per sensibilizzare e promuoverne un consumo consapevole, almeno fino a quando non si sarà ottenuta la regolamentazione dei frammenti contenuti nei flaconi dei prodotti.