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REALE E VIRTUALE NELL’ARTE: INTERVISTA A JUNA CAPPILLI

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L’arte tra reale e virtuale è il tema della mostra la mostra “Virtus, la connessione reale e virtuale” che apre domani al Macro Testaccio. Ci facciamo accompagnare in questo affascinante percorso dall’artista Juna Cappilli.

Due mondi totalmente opposti, eppure oggi così, tra loro, complementari. Da un lato il richiamo ancestrale di Virtus come senso di forza, potenziale, dall’altro Virtus  emblema di ciò che non definiremmo reale. Eppure l’irreale è oggi diventato parte del quotidiano, tanto da domandarci se quella che oggi viviamo, non sia anch’essa finzione. In un’epoca sempre più digitalizzata, l’arte esce mutata e assoggettata, portandoci a chiederci se essa abbia assunto nuove forme impercettibili.

Ma l’arte, come un tempo veniva concepita, esiste ancora oggi? Quali sono stati i mutamenti indotti sull’arte dalla globalizzazione?

Ecco il fulcro della mostra “Virtus, la connessione tra reale e virtuale”, aperta dal 12 al 14 ottobre al MACRO di Testaccio, per la terza edizione di Nuvola Creativa, Festival delle Arti.

Juna Cappilli, guest artist, ci accompagna in questo percorso, fatto di luci ed ombre, in cui emerge una sensibilità d’altri tempi, oggi troppo spesso rinnegata in favore del profitto, e a scapito delle emozioni più pure che l’Arte sola può esprimere.arte virtus macro testaccio

 

Come nasce  e da dove trae ispirazione il tuo percorso artistico?
Nasce sicuramente grazie al lavoro dei miei genitori,sono fotografi. La mia famiglia ha un eccellente DNA artistico,ha ottimi elementi di talento che sono per me di costante ispirazione. Posso dire di essere cresciuta con un’ “educazione allo sguardo”.

 

Educare allo sguardo è educare al pensiero critico e alla libertà
L’ispirazione, con questa base,non tarda mai ad arrivare. I libri poi, sono la cornice del mio lavoro. I migliori studi e le ricerche che si possono fare,sono quelli fatti per soddisfare la propria curiosità. Mai smettere di domandare! Io pretendo molto da me stessa. La curiosità può vincere la paura ancora di più di quanto possa fare il coraggio. Se ci pensiamo, Eva e la mela sono stati il primo grande passo per l’emancipazione e la scienza sperimentale.

L’arte è un’ espressione di ciò che sei o di come vedi il mondo?  Cioè , dietro si cela un’ esigenza di comunicare al mondo ciò che sei, o è espressione invece, di ciò che il mondo ti comunica?
Paul Valéry, poeta e filosofo francese che io amo particolarmente, nel suo libro di estetica “La creazione artistica” descrive l’arte come un incontro tra caso e necessità, tra dimensione sensibile e razionale,tra ispirazione da una parte e ordine e progettazione dall’altra.
L’Arte per me è soprattutto esigenza comunicativa; non si può comunicare efficacemente quello che non si conosce. Il processo artistico in sé e la ricerca, divengono il mio mezzo di conoscenza del mondo. L’arte è la mia cura, distrugge la monotonia, la schiavitù delle mode e la tirannia delle abitudini.

 

L’arte è un talento innato o si può curare nel tempo?  Ovvero, si nasce con una vena artistica nel sangue, o è un’attività che necessita di studio?
Nella società possibilista di oggi,sembra che tutti obbligatoriamente debbano saper fare tutto e con ottimi risultati! Invece non è vero, e personalmente trovo questa verità consolatoria. Amo le imperfezioni umane,che se non estremizzate,danno carattere e personalità. Credo però, che ognuno di noi nasca con dei talenti ben precisi, che è giusto coltivare con cura, pazienza e umiltà. L’attività artistica ci può offrire la possibilità di conoscere altri lati della nostra personalità, e di sbloccare energie e risorse precedentemente represse. La ricerca della verità e della bellezza per esempio, sono una sfera di attività nella quale ci è consentito di rimanere bambini per tutta la vita, e questo mi sembra una buona prospettiva di felicità.

 

L’opera cui sei legata maggiormente?
Non ho un’opera a cui sono particolarmente legata oggi.Nel corso degli anni e della mia ricerca e crescita, ho amato intensamente, sperimentato tantissimo e mi sono lasciata ispirare dalla bellezza del mondo, mai seguendo le mode o scimmiottando avanguardie europeiste che  non ho mai vissuto. Marina Abramović, che adesso va tanto di moda nei discorsi da aperitivo radical chic,  ha segnato un punto di svolta nella mia ricerca artistica e professionale.
Di lei ammiro principalmente la forza e, grazie a lei, ho imparato che bisogna superare le paure e porsi delle domande e che il fallimento segna un nuovo inizio di cui non bisogna avere paura”.

 

arte virtus escher
Juna Cappilli- Omaggio a Escher

 

Ti andrebbe di spiegarmi il tuo “Omaggio a Escher”?  Cosa vuoi comunicare attraverso questa foto?
Pur non essendo io particolarmente brillante in matematica e geometria, ho sempre apprezzato l’approccio metodologico scientifico di Escher. Amo le sperimentazioni, i giochi ottici, le prospettive invertite e la minuziosa ricerca sulla luce e i chiaroscuri.
Che cosa è il punto? Che cos’è una retta? Grazie a questo  artista ho capito che lo spazio è un concetto e non un oggetto! L’universo per me, è come un quadro di Escher. Nella mia opera non riproduco la realtà,ma creo una realtà della stessa intensità.

 

L’arte virtuale può definirsi arte nella sua accezione più pura, o si può intendere come una mistificazione?
Personalmente credo che l’arte nella sua accezione tout court rimanga sempre pura, non trovo che ci sia differenza semantica. Sarebbe limitante suddividere l’arte in reale o artificiale e il concetto di mimesi lo lascio  volentieri a Platone.
Trovo sicuramente più interessante indagare e lavorare sul concetto di  virtualità percettiva e virtualità cognitiva. Più della mistificazione, io ho paura della mercificazione dell’arte e di tutti i processi acchiappasoldi che ne snaturano la vera aura.

 

Come può l’arte illuminare il buio dentro di noi? Di quale oscurità parliamo?
La luce svela i significati,restituisce interezza, ammorbidisce i volumi e trasmette emozioni. Del buio io non ho mai avuto paura! Perché la luce sia splendente,ci deve essere anche l’oscurità in tutte le sue forme e accezioni. In fotografia per esempio, sono sempre alla ricerca del grigio migliore. Grazie a questo riesco ad esprimere tenacia e una sottile malinconia.
arte virtus juna cappilli
Juna Cappilli – Marieantoniette
Secondo te, qual è la connessione tra reale e virtuale? Oggi più che mai la tecnologia è parte integrante della nostra quotidianità, può esserci ancora oggi una demarcazione, o il virtuale oggi è il reale?
Non credo che esista una risposta universale o corretta a tale domanda, perché è  difficile distinguere la linea di demarcazione tra virtuale e reale. C’è una grande differenza tra l’uso della tecnologia al fine di uno scambio di conoscenza e di reciproca  collaborazione, e la menzogna del virtuale,quindi dell’irreale.
Dal punto di vista filogenetico noi esseri umani siamo sopravvissuti e ci siamo evoluti grazie al fatto di “stare insieme”e perché abbiamo voluto creare delle connessioni reali. Come direbbe il sociologo Zygmunt Bauman, il rischio è che entità solide, come del resto l’intera vita sociale, possano diventare connessioni liquide come  le relazioni stesse, vincoli troppo fragili a mio modestissimo parere. Tuttavia,credo fermamente nel reale, nell’identità personale e nella libertà di cambiamento.

 

Qual è il ruolo dell’artista oggi? Nello specifico la donna. Siamo abituati spesso a pensare l’arte come un qualcosa del passato, qualcosa di inarrivabile, se pensiamo agli antichi maestri…L’arte nell’era della globalizzazione ha ancora qualcosa da trasmettere?
Il mondo visto dagli occhi di una donna cambia completamente aspettoIl ruolo della donna nella società deve essere assolutamente rivisto e rispettato. La società ha paura delle donne brillanti e intraprendenti, ha paura del meraviglioso spirito creativo e dell’indomito coraggio. Nelle sale dei musei o nelle gallerie contemporanee, le artiste trovano spazi  sempre più importanti, ma non ancora sufficienti. Non ci accontentiamo di menzioni, attività dedicate o esposizioni straordinarie, solo nel canonico giorno commemorativo della festa della donna.

 

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