Livia Drusilla fu la fidata moglie di Augusto, primo Imperatore e incarnò il modello della matrona virtuosa e dedita alla casa e al marito. Ma non tutti gli storici sono d’accordo nel descriverla come vorrebbe la tradizione
Da un paio di settimane si sta girando a Cinecittà una serie ispirata alla figura di Livia Drusilla, moglie del primo Imperatore, Augusto.
La serie trae spunto da un best seller che racconta in modo romanzato le estenuanti lotte di potere nella corte giulio-claudia e Livia, che ha i tratti di Kasia Smutniak, viene descritta come colei che, nell’ombra tiene le fila dell’Impero.
Ma chi era davvero Livia Drusilla? Come ogni volta che dobbiamo raccontare un’antenata, vissuta in epoca antica, non sempre ci troviamo davanti a fonti che ce la raccontano nello stesso modo.
Quel che è certo è che Livia Drusilla fu, per precisa volontà politica del marito, l’emblema della matrona romana di epoca imperiale, così come un Cornelia lo era stata di quella repubblicana.
Livia era una nobildonna, nata nel 58 a.C. A sedici anni, sposò il cugino Tiberio Claudio Nerone, che combatteva insieme al padre nelle fila dei congiurati Cassio e Bruto, schierati quindi contro Ottaviano (futuro augusto) e Marco Antonio. Persa la battaglia di Filippi il padre di Livia si suicidò, mentre lei e il marito, furono costretti all’esilio. Concessa l’amnistia Livia potè rientrare a Roma e fu allora che scoccò, quella che gli storici di corte descrivono come un’attrazione irresistibile e un amore travolgente. Fatto sta che il giorno stesso della nascita della figlia Giulia maggiore, Augusto divorzia dalla seconda moglie Scribonia e poco dopo si unisce in matrimonio con Livia, già madre di Tiberio e Druso, che sarà accompagnata all’altare dall’ex marito.
Al di là e oltre il ‘Grande Amore’, c’erano ovviamente le ambizioni politiche: Ottaviano puntava infatti a imparentarsi con la gens patrizia dei Claudi. Non solo. Dal giorno in cui si unirono in matrimonio L’imperatore e sua moglie portarono avanti una paziente opera di costruzione dell’immagine pubblica della coppia, diventando i migliori ‘ambassador’ del progetto politico di restaurazione del ‘mos maiorum’, (ovvero i costumi morigerati dei padri in contrapposizione alla dissolutezza dell’età imperiale).
Augusto e la sua virtuosa moglie Livia Drusilla, pur essendo la coppia imperiale, vivevano senza ostentare lussi. Livia in particolare, doveva essere l’immagine stessa della donna virtuosa, fedele compagna del marito, dedita alla cura della casa e della famiglia. Un’ immagine minuziosamente costruita che cozzava però con lo stile di vita di Augusto e con le sue numerose avventure extraconiugali, di cui tutta Roma era comunque al corrente.
Ma Livia Drusilla non era solo la donna simbolo di virtù, secondo molti, lei era in tutto e per tutto l’Imperatrice. Nell’ombra, avrebbe tramato per assicurare il potere nelle sue mani e poi in quelle dei suoi figli. A lei qualcuno ha imputato addirittura le varie improvvise morti dei figli di Giulia, tutti adottati da Augusto e quindi possibili eredi al trono imperiale e che caddero tutti uno per uno come birilli. Imputare a Livia Drusilla ben cinque omicidi sembra un’esagerazione anche per il più accanito dei detrattori ma fatto sta che, alla morte d’Augusto, a salire sul trono fu il primo genito di Livia, che ne frattempo aveva sposato Giulia, Tiberio.
Che Livia Drusilla non fosse proprio la donna remissiva e devota che la letteratura imperiale ci ha tramandato, potrebbe essere indizio proprio il tormentato rapporto con il figlio. Tiberio dimostrò di non sopportare l’invadenza della madre, a cui comunque doveva il titolo di Imperatore, e quando morì Livia, il figlio non volle essere presente alla sepoltura. Tiberio si oppose poi alla divinizzazione della madre, e mise il proprio veto a tutti i titoli che il Senato aveva intenzione di conferirle dopo la morte, arrivando persino ad annullare il testamento di Livia Drusilla che dovrà aspettare l’ascesa al potere del nipote, Claudio, per essere consacrata Diva Augusta.