anna valle lea

In arrivo una nuova fiction Rai, un medical drama con una forte protagonista femminile.

Anna Valle è Lea, un’infermiera nel reparto pediatria che torna a lavoro dopo un grande dolore che l’ha spezzata dentro.

Come si è approcciata Anna Valle al personaggio di Lea?

Isabella Leoni la regista, ha insistito perché io guardassi e riguardassi “Piece of a woman” ,ed è un film che mi ha insegnato molto e mi ha fatto immergere nel dolore che segna la vita di Lea.

Lea perde un bambino all’ottavo mese. E’ una cosa durissima per una donna, ma questa storia, tra le altre cose, racconta che grazie alle persone che hai intorno puoi riuscire a portare dentro un peso anche molto grande, ma riuscire comunque ad avere una vita, come fa Lea.

Lea riesce a lavorare, a innamorarsi, ad andare avanti. Tutti i personaggi sono alla ricerca della loro felicità, ma nel cercare la loro felicità questi personaggi riescono a stare a fianco a chi sta male, con empatia e passione. Non è un lavoro come un altro, stanno sempre a contatto con il dolore altrui, ma riescono a rendere la vita più leggero a chi affronta grandi battaglie.

E’ un personaggio che ho amato subito per tutti questi motivi e anche altri. Mi piaceva il modo in cui questa affrontava il suo lavoro, anche affidandosi alle persone con cui condivide le giornate.

Ha conosciuto delle infermiere per prepararsi al ruolo?

Si, due infermiere di Bassano mi hanno dato una mano nelle cose più tecniche, quindi su come usare determinati strumenti con cui non avevo nessuna dimestichezza. Mi hanno portato i loro strumenti che usano nei reparti di pediatria.

A Sanremo hai raccontato che per ogni personaggio hai una canzone, qual è la canzone di Lea?

Io ho un bellissimo rapporto con la musica, in un set come questo in cui mi sono sentita a casa, arrivavo sul set con il telefonino con la cassa e vado con la mia playlist. In genere ascolto rock, per Lea, ho ascoltato soprattutto Mumford and sons, e questa musica accompagnata dalla danza era il modo di caricarci prima di iniziare il lavoro sul set.

Per Lea è fondamentale il sostegno delle colleghe infermiere che l’aiutano a riprendere, nel mondo dello spettacolo c’è una tale solidarietà?

E’ vero che c’è tanta competizione nel nostro lavoro, ma ci sono tante persone con cui c’è affetto, stima, rispetto, che fa sì che con alcuni di loro sia nata una profonda amicizia.

Come ti sei trovata a girare a Ferrara?

Ferrara è una città deliziosa, che si gira in bici. Il popolo ferrarese e i ristoranti ci hanno accolti alla grande, ed è stata una bella sorpresa per me, dal punto di vista architettonico, artistico, era proprio il posto giusto per la nostra storia.

Interpreti spesso ultimamente personaggi che tornano a casa, secondo te, perchè?

Non so, ma è certo che in questo riesco a mettermi facilmente nei miei panni, perchè io ho sempre ben presente da dove vengo, le mie origini.

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