Classe 1995, un innato interesse per la giustizia e i problemi della collettività, Flavia Restivo, nelle liste Pd, è la più giovane candidata donna al Campidoglio nelle prossime elezioni amministrative insieme a Ludovica Realini della lista Con le donne per Roma. Scopriamo in questa intervista qualcosa in più su di lei e sulla sua idea di città.
Flavia Restivo, come ti sei avvicinata alla politica?
“Io dico sempre che sono attivista da sempre. Sin da piccola ho avuto uno spiccato senso della giustizia sociale e mi sono sempre interessata dei problemi del mondo che mi circonda. Per me l’attivismo è soprattutto questo, interessarsi dei problemi degli altri, non necessariamente qualcosa che avrebbe dovuto sfociare nella politica. Verso la fine del liceo ho capito però che avrei potuto incanalare le mie energie e fare qualcosa di concreto proprio attraverso la politica. Ho sempre visto da fuori questo mondo come un mondo molto poco accessibile senza un aiuto o una segnalazione, poi ho capito che si poteva fare comunque, anche partendo da zero e allora ho capito che era quello che ho sempre voluto fare. Qualcosa che mi permette di incidere sulla società e migliorare le cose”.
Sei la più giovane candidata donna al Campidoglio, una doppia sfida?
“In molti ambienti essere sia giovani che donna vuol dire subire una doppia discriminazione. Questo è anche uno dei motivi per cui ho scelto di impegnarmi e candidarmi. Penso che è ora che i giovani e le loro energie, le loro idee vengano prese più in considerazione. Siamo la generazione più acculturata della storia, eppure io, a venticinque anni, sono l’unica o quasi tra i miei amici e conoscenti coetanei che ha già un lavoro. Questo è grave”.
Nata e cresciuta a Roma, il tuo rapporto con la città?
Sono sempre stata totalmente innamorata di Roma e dei romani, siamo una bella popolazione che abita una città unica. Io ho sempre viaggiato, ho fatto anche una lunga esperienza all’estero, e Roma mi è sempre mancata tanto. Non posso immaginare di vivere altrove. Anche per questo ci tengo a lavorare per migliorare le cose qua. Viviamo in una città bellissima, la amo totalmente, mi emoziona la sua bellezza, ma ci sono un sacco di cose che non funzionano che spingono tanti anche ad andarsene. E questo è un peccato e bisogna agire in fretta.
Quali sono i temi che porterai in Campidoglio se sarai eletta, e perché ti stanno a cuore più di altri?
Ho dei temi che mi stanno a cuore e propongo delle misure utili e soprattutto realizzabili. Secondo me uno dei motivi per cui la gente non crede più nella politica è che spesso i politici promettono più di quello che possono concretamente realizzare. Io nel mio programma mi sono sforzata di fare proposte concrete e realizzabili che possano incidere sulla vita delle persone.
Il primo punto del mio programma per esempio, riguarda la tampon tax. Per me, risolvere questa ingiustizia è un importante atto di equità che può migliorare nel concreto la vita economica di tante persone. Delle donne certo, ma anche quella dei loro nuclei famigliari. Propongo quindi l’abolizione della tampon tax nelle farmacie comunali. E’ una misura attuabile e che nel suo piccolo può incidere su tanti bilanci famigliari, oltre ad essere una misura importante per le donne.
Un altro obiettivo che mi pongo è riuscire a introdurre corsi di educazione sessuale e di genere nelle scuole. Ci tengo tantissimo a questo tema perché è fondamentale, legato anche al contrasto al bullismo e alla violenza di genere e per superare tanti stereotipi che sono la base su cui poi questi fenomeni si sviluppano. Penso sia fondamentale anche per formare la cittadinanza di domani a livello democratico.
Sei tra i più giovani candidati in Campidoglio, tra i punti del tuo programma quali sono quelli più legati ai giovani?
Il primo è quello di maggior accessibilità del patrimonio culturale. All’estero i musei sono gratis quasi ovunque per gli under 25. Qui, dove i giovani iniziano a lavorare molto tardi, non sempre si possono permettere il biglietto di un museo. Eppure sappiamo benissimo quanto sia importante la cultura e quanto sarebbe giusto renderla più accessibile.
E penso che bisognerebbe anche comunicare di più e meglio le manifestazioni e gli eventi a Roma, anche sviluppando di più l’accessibilità digitale.
Un altro punto del programma riguarda la movida. Penso che la strada del proibizionismo e della chiusura dei bar e degli esercizi commerciali entro mezzanotte, non faccia che alimentare la mala movida. Una città, di notte, è più sicura se è vissuta. Il proibizionismo non fa che spostare la domanda di movida dai circuiti legali a quelli illegali. Non è così che si rende la città sicura. Quindi io allargherei le aperture, non le chiusure.
Penso anche ad una città più ecologica e tra le cose che vorrei fare c’è sostenere la mobilità sostenibile, sia riconoscendo incentivi per l’acquisto di biciclette e monopattini elettrici sia, soprattutto, con una rete di piste ciclabili davvero praticabili in cui non si rischi la vita.
E vorrei anche una città più pulita e nel mio piccolo, se sarò eletta mi impegnerò a riportare i cestini per la differenziata in tutta la città perché ci sono zone in cui sono pochi o mancano del tutto. Una piccola misura ma necessaria.
Come immagini Roma del futuro?
Sono molto fiduciosa nel futuro di questa città e non vedo l’ora, se sarò eletta, di poter iniziare a lavorare per renderla migliore. Io credo che in un certo senso stiamo cambiando tutti noi cittadini negli ultimi anni, tutti noi ci interessiamo di più ai temi sociali, dei diritti e della qualità della vita in città, e questo è sicuramente un bene e una consapevolezza da cui partire.