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DOPO IL SILENZIO, LA SPERANZA

2019
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UNO SPETTACOLO IMPORTANTE
“E’ uno spettacolo importante perché racconta vite di uomini importanti, che sono arrivati a sacrificarsi per il nostro paese. Persone come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino don Pino Puglisi e tra questi, Pietro Grasso e la moglie, Maria. Ma non è solo un testo cupo. Ci sono molti momenti che svelano l’ironia, l’ilarità, la gioia anche in queste esistenze  completamente dedicate allo stato e alla legalità. E’ uno spettacolo che racconta vite speciali e totalmente immerse nel loro senso. Dopo il silenzio bisogna urlare, gridare, gioire.”

Lo spettacolo in questione è “Dopo il Silenzio” (QUI) in scena al Teatro Ghione in via delle Fornaci, fino al 18 marzo, e a sintetizzarlo così è il protagonista, Sebastiano Lo Monaco che, dopo l’esperienza di “Per non morire di mafia”, torna a vestire i panni e ad incarnare il pensiero di Pietro Grasso, una vita da magistrato in prima linea nella lotta contro la mafia.

L’ANTIMAFIA RACCONTATA DA CHI L’HA FATTA

Come per il precedente, anche “Dopo il silenzio”infatti , è tratto da un libro dell’expresidente del Senato, “Liberi Tutti”.

Se “Per non morire di mafia” era un appassionato monologo che ripercorreva le tappe di una vita dedicata alla lotta a Cosa Nostra, qui il discorso si apre e nella riflessione, oltre all’alter ego del magistrato, vengono coinvolti altri due personaggi.

LO SPETTACOLO

L’insegnante-coraggio, nonché moglie di Grasso, interpretata da una bravissima Elisabetta Pozzi e un giovane caduto nei tentacoli della Piovra (Turi Moricca), che di fronte alle difficoltà esistenziali ha scelto la strada solo apparentemente più veloce e che invece si rivelerà, inevitabilmente, la più costosa.

Lo spettacolo è un serrato confronto tra le due parti in battaglia:quelli che scendono in trincea con lo Stato e la legalità (forze dell’ ordine, scuola), e quelli invece, che si sentono ‘cavalieri’ di un’ordine superiore e per questo invincibile ed incrollabile. Ma chi è in barricata sa bene, che la vera vittoria consiste appunto nel rendere “Liberi Tutti”.

E’ un confronto che non lascia spazio a facili indulgenze. Il giovane mafioso, dapprima orgoglioso e spavaldo nel porsi come un appartenente ad una razza eletta e invincibile, racconta il suo percorso, e man mano che si confronta con il magistrato e l’insegnante che argomentano la loro posizione raccontando dei tanti eroi che alla mafia si sono ribellati senza paura, i suoi ragionamenti diventano sempre più deboli: si passa dalla fascinazione del male, dal sentirsi dentro un gruppo di intoccabili, con un proprio, inscalfibile, codice morale, al più prosaico ma tragicamente reale “‘tengo famiglia’, non trovo lavoro e nessuno mi aiuta, menomale che c’è la mafia!”

Ci vorranno tempo, riflessioni, pensieri e una Spoon River di figure di un coraggio e di una levatura morale forse fuori dal comune (o forse no), per gettare luce su quali siano i veri cavalieri portatori di un’invincibile morale: da Rita Atria a Serafina Battaglia, da Pino Puglisi, fino ad arrivare inevitabilmente a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, raccontati nel loro vissuto professionale  e umano da chi con loro tanto condivise, per uscire dal silenzio ed illuminare la Verità.

DA VEDERE PERCHE’

In tempi di straordinari ascolti per le varie Gomorre e Romanzi Criminali uno spettacolo da vedere per molti motivi.

Per capire cos’è la lotta alla mafia vissuta dalla trincea, che sia quella di un tribunale o quella di una cattedra in una scuola di periferia: quanto sia dura, difficile, frustrante, costosa su molti piani, ma irrinunciabile.

Per fare un salto indietro di qualche anno e ricordarsi che questo paese è la culla di fior fior di criminali ma che qui nascono anche tanti eroi.

Per capire che, (verità dolorosa) finché ci sarà qualcuno, sopratutto giovane, che potrà giustificare la sua resa con il ‘sono disperato, non trovo lavoro, tengo famiglia’, le battaglie per la legalità in nome dello Stato, rischiano di rimanere, in certi contesti, addirittura marginali.

Il confronto sul palco tra Sebastiano Lo Monaco, Turi Moricca ed Elisabetta Pozzi,  ha l’intensità che emerge da un vissuto realmente sofferto, da un’esperienza umana e professionale che ci porta dentro le pieghe più nascoste del fenomeno mafioso, in un viaggio che ne scardina i presupposti partendo dalle scelte individuali di cui di fatto, ognuno è responsabile (“dobbiamo sconfiggere prima la mafia dentro di noi”).

Un confronto che trova la sua forza anche grazie al piano dello scontro generazionale. E la formula finale “E’ l’ora dell’Antimafia della speranza”, sembra volerlo sottolineare.

INFO

TEATRO GHIONE
dal 13 al 18 marzo

Dopo il silenzio

dal libro Liberi Tutti di Pietro Grasso
scritto da Francesco Niccolini e Margherita Rubino
con Sebastiano Lo Monaco, Elisabetta Pozzi, Turi Moricca
regia Alessio Pizzech

Via Delle Fornaci, 37 – 00165 Roma
Botteghino: tel. 06 6372294 / 06 39670340, fax. 06.39367910
dalle 10.00 alle 14.00 e dalle 16.00 alle 20.00

Biglietti 23/30 €

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