In questa Estate Italiana proseguiamo il nostro viaggio in Abruzzo e ci facciamo guidare da Benedetta alla scoperta del territorio de L’Aquila
Nel nostro viaggio in Abruzzo incontriamo Benedetta Colella, la nostra ‘local ambassador’ di oggi, travel e book blogger (la potete seguire qui:bennyland.altervista.org) che ci fa scoprire i tesori meno conosciuti e più preziosi della sua zona.

“In un mondo statico, L’Aquila si muove.
Lo dice il nome stesso, Là qui là, ovunque si vada, c’è tanto da vedere.
Nell’immaginario popolare restano le immagini della tragedia di undici anni fa. Appunto perché L’Aquila è stata “la città rotta”, oggi è quella che rinasce. Sfolgora tutto quel che è stato restaurato, ammonisce e ammutolisce tutto quel che è ancora a terra.
L’Aquila, un po’ Pompei un po’ Dubai, non si snatura: è sempre unica, signorile, sovrana e solitaria come spiega il suo nome.
Perché visitarla in questa estate 2020? Perché è lontana dai circuiti di massa, ma offre ai turisti stupefatti la bellezza naturale del Parco Nazionale del Gran Sasso e la magnificenza di tanti secoli di storia gloriosa. Il solo trekking urbano vi impegnerà più giorni e la sera, se amate la movida, il centro storico vi offrirà nuovi locali di tendenza. Se non la amate, meglio per voi: non c’è sera che L’Aquila non offra concerti e messe in scena di elevato valore culturale. Guardate il programma di “I cantieri dell’immaginario 2020” o aspettate che escano le proposte di agosto.
E se la città vi annoia, il circondario è costituito di borghi incantevoli, con testimonianze che vanno dalla preistoria della Necropoli di Fossa alla contemporaneità dell’Auditorium progettato da Renzo Piano, che insiste proprio nel parco su cui svetta il Castello.
Da vedere assolutamente:
–La Basilica di Collemaggio e il parco del Sole, con l’auditorium di Pepper,
–La Fontana delle 99 Cannelle e il Munda lì vicino, ma tutte le 99 chiese e piazze che caratterizzano la città. Perché 99? Perchè L’Aquila nasce come una Gerusalemme (66) rovesciata, anche nell’impianto urbanistico.
-La frazione montana di Assergi e il Gran Sasso, in tutta la sua possenza.
–I borghi del circondario, tutti incastellati a destra e a sinistra della statale.
Io amo in particolare un luogo “minore”: la Madonna d’Appari, piccola chiesa nella roccia, tutta affrescata, in un locus amoenus tra l’allegro torrentello e la montagna rocciosa, che ospita spesso scuole di arrampicata.
Preparatevi poi ad un’esperienza gastronomica straordinaria per qualità e quantità: gli arrosticini, carne di pecora arrostita, lo zafferano di Navelli, le lenticchie di Santo Stefano, i salumi di Campotosto, ceci e fagioli di Paganica, latticini eccellenti provenienti dai pascoli di Campo Imperatore.
Ed è proprio con Campo Imperatore che mi accomiato da voi: lo avete visto in mille film e mille spot, senza conoscerne il nome, ed offre scenari lunari, fauna libera, rifugi di grande eccellenza gastronomica“.