Il 1 dicembre 1970 viene approvata la legge sul divorzio in Italia. Il testo, intitolato “Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio” è anche conosciuto come legge Fortuna- Baslini. Questi i nomi dei due firmatari, un comunista e un liberale.
La legge sul divorzio fu la prima tappa di una lunga marcia per la conquista dei diritti civili che durò per tutti gli anni ’70. Una marcia che vide in prima fila, le donne.
La legge sul divorzio fu anche la prima che evidenziò il durissimo braccio di ferro tra l’Italia che chiedeva più libertà, sopratutto nel campo privato, e l’Italia del partito di governo, la Democrazia Cristiana, ancorata a una visione ormai terribilmente anacronistica della società e dalla famiglia.
Era proprio la famiglia, anzi l’idea di famiglia, come soggetto sociale e giuridico il campo di battaglia.
La stessa legge sul divorzio ebbe una strada lunga e travagliatissima che non si esaurì con il 1 dicembre 1970. Proprio in quel momento infatti, iniziò una battaglia ancora più dura di quella che si era combattuta fino ad allora ( e che aveva visto il suo esordio già nei giorni della costituente). Una battaglia, che dall’aula parlamentare si trasferì nelle piazze e nelle strade, in vista del referendum abrogativo che si tenne nel 1974. Fu allora che gli italiani poterono esprimersi senza lasciare nessun dubbio sulla loro volontà. Si opposero all’abrogazione della legge sul divorzio e aprendo la strada ad altre rivendicazioni.